L’allarme dall’Unione Europea è stato lanciato diversi anni fa, ma ascoltare musica con le cuffie ad alto volume induce ancora moltissime persone a una diminuzione dell’udito. Il rischio, infatti, è stato dimostrato da una notevole quantità di ricerche nel corso degli anni, eppure ancora è altissima la percentuale di giovani, soprattutto adolescenti, che ascoltano musica tramite dispositivi digitali superando abbondantemente gli 85 dB (cifra al di sotto della quale il rumore è considerato innocuo).
Specie quando si trovano in ambienti in cui c’è un rumore di fondo, i giovani tendono a valicare abbondantemente questo tetto massimo: il 10% di essi, infatti, si espone ad un rischio sicuro di trauma acustico oltrepassando la maggior parte delle volte i 100 dB. Occorre considerare che ascoltare musica con le cuffie ad alto volume può far perdere fino al 90% delle fibre nervose cocleari, responsabili della trasmissione dei suoni al cervello.
Per decenni, in realtà, come indicatore di perdita dell’udito, la ricerca scientifica si è focalizzata esclusivamente sulla perdita delle cellule ciliate. In verità le onde sonore stimolano le cellule ciliate e il loro movimento fisico si trasforma in impulsi elettrici per il cervello, ma le fibre nervose hanno il compito di trasportare questi impulsi. Anche un danno a queste ultime, quindi, può provocare perdita dell’udito.
Per contrastare questo fenomeno, gli esperti raccomandano estrema cautela e in particolare ricordano sempre la famosa regola del 60: ascoltare musica con le cuffie ad un volume non superiore a 60 dB e per non più di 60 minuti al giorno.