Insieme all’età, uno dei principali fattori responsabili della perdita uditiva è l’esposizione ai rumori forti. Questa condizione, chiamata ipoacusia da rumore, è piuttosto comune tra chi lavora, o ha lavorato in passato, in ambienti rumorosi senza proteggere le orecchie con tappi adeguati.
Contrariamente a quanto si pensa, non è solo un suono improvviso e forte (come uno sparo o un’esplosione) a poter causare perdita di udito.
In realtà, questa forma di sordità può manifestarsi in maniera graduale, derivante da un’esposizione costante a rumori “stressanti” per le orecchie, sia sul lavoro che a casa.
Anche l’ascolto prolungato di musica ad alto volume tramite cuffie può causare ipoacusia da rumore.
Come si manifesta?
La perdita uditiva da rumore si presenta con una certa difficoltà nel sentire suoni e voci, soprattutto all’aperto e in presenza di rumori di fondo. Può progredire lentamente verso una sordità più accentuata, essere accompagnata da acufeni (fischio o ronzio nelle orecchie) e da una sensazione ricorrente di orecchie “ovattate”.
Riconoscimento dell’ ipoacusia da rumore come malattia professionale
Determinare se l’ipoacusia da rumore è considerata una malattia professionale è un processo intricato che coinvolge l’anamnesi lavorativa e una valutazione specialistica.
Quest’ultima è cruciale per identificare un danno uditivo irreversibile derivato dall’ambiente di lavoro.
Il tracciato audiometrico, solitamente impiegato per diagnosticare l’ipoacusia da rumore, presenta alcune caratteristiche tipiche, come la presenza di ipoacusia neurosensoriale (spesso bilaterale e simmetrica). Questa condizione mostra una progressione iniziale rapida nei primi 15 anni, seguita da un rallentamento.
Inoltre, il tracciato può evidenziare un’incisura alle frequenze di 3000, 4000 o 6000 Hz, con una risalita a 8000 Hz. Importante notare che il danno uditivo è spesso causato solo da rumori inferiori a 75 dB per le alte frequenze e 40 dB per quelle medio-basse.
Tuttavia, la valutazione medico-legale di tracciati asimmetrici risulta essere estremamente complessa e non sempre univoca, come indicato nel documento dall’INAIL. Questo sottolinea la sfida nel determinare il riconoscimento legale di situazioni uditive non uniformi a causa del rumore sul luogo di lavoro.
Consigli utili
Per coloro che lavorano in ambienti rumorosi, è fondamentale rivendicare il diritto di utilizzare tappi antirumore per le orecchie, come richiesto dalla legge italiana.
Altri suggerimenti includono il rispetto della regola 60/60 quando si ascolta la musica con cuffie: non superare il 60% del volume totale e limitare l’ascolto a massimo 60 minuti.
In caso di perdita uditiva da rumore, è importante sottoporsi a un controllo dell’udito per valutare la situazione.
Questo può aiutare a intraprendere un percorso di riabilitazione uditiva, che potrebbe includere l’uso di apparecchi acustici appositamente programmati in base alle specifiche necessità uditive.